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LA STANCHEZZA MENTALE

“Sono stanco di essere stanco"


Un fatto strabiliante, probabilmente una rivelazione per tutti quelli che svolgono un lavoro d’ufficio: il lavoro intellettuale da solo non può stancare. Sembra effettivamente una cosa assurda. Alcuni scienziati, diversi anni or sono, cercarono di scoprire in quanto tempo il cervello umano fosse in grado di lavorare prima di raggiungere “una diminuita capacità lavorativa”, l’equivalente scientifico della stanchezza. Con loro immenso stupore, questi scienziati, notarono che il sangue, passando attraverso il cervello, quand’è in attività, non mostra alcun segno di stanchezza. Se prendete il sangue dalle vene di un operaio, mentre sta lavorando, lo troverete pieno di “tossine” e altri prodotti della fatica. Ma se prendete una goccia di sangue dal cervello, per esempio, in un Einstein, non vi scoprirete traccia di tossine nemmeno alla fine della giornata. Il cervello può lavorare con la stessa efficacia e rapidità dopo otto o undici ore di lavoro. Il cervello è quindi assolutamente infaticabile…ma allora cosa rende stanchi? Gli psichiatri sostengono che la maggior parte della nostra stanchezza deriva da fattori psichici ed emotivi. Un luminare della psichiatria americana, il dottor A.A. Brill afferma “il cento per cento della fatica dei lavoratori sedentari è dovuto a fattori psicologici, cioè emotivi. La noia, il risentimento, la sensazione di inutilità, di fretta, ansia, le preoccupazioni, sono questi i fattori che esauriscono il lavoratore da tavolino, e lo rendono vulnerabile ai raffreddori, riducono il rendimento e lo fanno rincasare con il mal di testa. Ci stanchiamo perché le nostre emozioni generano tensione nervosa. La Metropolitan life insurance company (una delle maggiori compagnie che forniscono assicurazioni) lo mise in evidenza in un opuscolo sulla stanchezza: “il lavoro pesante di per se stesso raramente genera una stanchezza che non sia curabile con del riposo o un buon sonno. L’ansia, l’ipertensione, gli scossoni emotivi sono tre delle cause maggiori della fatica. Spesso sono loro e non il lavoro fisico o intellettuale, la causa della stanchezza. Se un muscolo è teso esso sarà un muscolo in azione. Bisogna rilassarlo risparmiando energia per compiti più importanti. Leggendo queste righe stai aggrottando le sopracciglia? Senti una tensione tra gli occhi? Sei seduto comodamente in una poltrona? O sei tutto gobbo? I muscoli della faccia sono tesi? A meno che il vostro corpo non sia abbandonato come un pupazzo di stracci stai compiendo uno sforzo nervoso e muscolare. Perché eseguiamo questo sforzo inutile mentre stiamo eseguendo un lavoro intellettuale? Josselyn dice: “il principale ostacolo è l’opinione universalmente diffusa che il lavoro pesante richieda una sensazione di fatica, altrimenti non è fatto come si deve. Così aggrottiamo le sopracciglia quando ci concentriamo, curviamo le spalle , tendiamo i muscoli allo scopo di provare una sensazione di sforzo il che non ci aiuta per nulla nella nostra attività cerebrale. E quindi qual è la risposta alla stanchezza nervosa? Il riposo. Bisogna imparare a riposare mentre si lavora. Da che parte cominciare? Comincia a riposare i muscoli. Fai una prova, immagina di cominciare con gli occhi. Leggi questo articolo e quando sei arrivato alla fine tirati indietro sullo schienale, abbassa le palpebre e imponi ai tuoi occhi di riposarsi. Fallo per un minuto, e poi, passa alla mascella, con i muscoli del viso, con la nuca, le spalle e il resto del corpo. Il dottor Jacobson afferma che la chiave è l’occhio, riuscendo a rilassare i muscoli oculari si è in grado di diminuire tutti i fastidi. La ragione è che consumano un quarto dell’intera energia nervosa dell’organismo. Quindi lasciati andare, lavora in una posizione comoda e ricorda che la tensione fisica produce dolori e stanchezza. Durante la giornata fermati e prova ad ascoltare quelle tensioni che non hanno nulla a che fare col lavoro che stai svolgendo. SHARING IS CARING #MOVETODAY

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