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IRISINA: L'ORMONE DELLO SPORT

Aggiornamento: 11 mar 2021

“Libertà di movimento"







L'irisina, prende il nome della dea greca Iris, la dea che aveva il compito di far comunicare gli umani con gli altri dei. L'irisina come una dea, mette in comunicazione diversi tessuti del nostro organismo. Approfondiamo meglio. Cosa sono le miochine? Quando ti muovi il muscolo si contrae e rilascia molecole che influenzano in modo positivo il tuo organismo, esse sono le miochine. Le miochine sono proteine che hanno tutti, ma sono più presenti in chi pratica attività fisica regolare. Quando il muscolo si contrae in risposta all'attività fisica queste molecole vengono secrete. La loro produzione dipende dalla: genetica, età, sesso, tipo di esercizio svolto, durata, intensità, dalla massa muscolare. La cellula muscolare, una volta rilasciato la molecola nel sangue, raggiunge l'organo bersaglio e influenza la sua attività portando, nel lungo periodo, a diversi benefici. Cos'è l'irisina? L'irisina è un ormone, identificato dai ricercatori della Harvard medical school, che può replicare alcuni degli effetti positivi dell'attività fisica. E' prodotta in grande quantità dal tessuto muscolare umano durante le attività sportive. La molecola è in grado di operare il meccanismo molecolare detto "browning", ovvero di conversione della cellula adiposa bianca in cellula adiposa bruna. Inoltre pare sia coinvolta nell'aumento della densità ossea, della funzione endoteliale nell'obesità, nel diabete mellito di tipo 2 e nell'angiogenesi. Cos'è il browing? Irisina e obesità Partendo dal fatto che il nostro organismo cerca di adattarsi alle variazioni dell'ambiente esterno e di quello interno, possiamo quindi definirci molto “flessibili”. Nell'invecchiamento, infatti, perdiamo questa flessibilità diventando sempre più statici. Da anziani non ci adattiamo più in modo efficace ai cambiamenti: il nostro ambiente interno si impoverisce tanto da non riuscire a rispondere alle variazioni che provengono dall'esterno. Il sistema immunitario diventa rigido, gli enzimi meno efficienti e prodotti in minor quantità, le giunture si “arrugginiscono”. Tra i vari equilibri che regolano il nostro corpo ci soffermiamo sulle adipochine prodotte dal tessuto adiposo, e le miochine prodotte dal tessuto muscolare. Se le prime prevalgono sulle seconde si instaura uno stato infiammatorio cronico di basso grado (low grade chronic infiammation) responsabile delle malattie grasso correlate. Le cellule adipose non sono tutte uguali: si differenziano in adipociti bianchi e bruni. Quelli bianchi, di forma sferica il cui volume è occupato dal 90% da una singola goccia di grasso e con pochissimi mitocondri. Essi sono i principali costituenti del tessuto adiposo bianco (WAT, white adipose tissue) e si localizza a livello sottocutaneo, intramuscolare e viscerale. La sua funzione è quella di stoccare il surplus energetico sottoforma di trigliceridi in modo da averne a disposizione nel caso in cui dovesse sopraggiungere una “carestia” che, visto le abitudini degli ultimi anni, non arriverà mai. Dall'altra parte abbiamo gli adipociti bruni (BAT, brown adipocite tissue) che non sono più composti da un'unica grande goccia di grasso ma da tante piccole goccioline e da tanti mitocondri (ragion per cui il loro colore tende ad essere bruno). La loro funzione è quella di fare termogenesi. Grazie alla presenza di proteine disaccopianti (UCP1) gli adipociti bruni riescono a produrre calore a partire dai loro grassi di riserva. L'attività delle UCP sono sotto il controllo del sistema nervoso simpatico e risente anche la presenza di acidi grassi liberi provenienti dalla lipolisi. Se osserviamo sono due elementi che si verificano a seguito dell'attività fisica. Il browning degli adipociti bianchi quindi non è altro che un processo a seguito del quale la grande goccia di grasso si separa a formare tanti piccoli depositi mentre si avvia il processo di genesi mitocondriale. I nuovi mitocondri sono ben forniti di UCP. A seguito di questo processo i nuovi adipociti però non saranno ne bianchi ne bruni ma beige. Infatti si parla di inducibile BAT (iBAT). L'irisina ha ruolo, una volta secreta, di diffondersi nel circolo ematico e giungere nel tessuto adiposo dove promuove il fenomeno di browning grazie alla mediazione del PPARGC1 (peroxisome proliferator activared receptor gamma coactivator 1-alfa). Nel muscolo scheletrico l'irisina induce inoltre la biogenesi mitocondriale: aumenta il numero e l'efficacia dei mitocondri, un po' come se aumentasse la cilindrata del motore. Quindi l'irisina potrebbe aiutare a mantenere un corretto peso corporeo e prevenire l'obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari grazie alla trasformazione del grasso bianco in quello bruno, che è in grado di “bruciare” energia trasformandola in calore. Il grasso bruno fa disperdere parte delle calorie introdotte evitando che si accumulino sotto forma di grasso nel tessuto adiposo. Irisina e osteoporosi L'irisina sembra che possa contribuire a prevenire l'osteoporosi e le fratture in quanto incrementa la produzione di tessuto osseo. L'ormone dello sport agisce su tutte le popolazioni di cellule presenti nell'osso, in particolare, su quelle che formano nuovo tessuto osseo. L'irisina modula, a livello degli osteoblasti, un fattore di trascrizione come Atf4 che controlla l'espressione del collagene di tipo 1. Quest'ultimo è la proteina maggiormente prodotta dagli osteoblasti e costituisce l'impalcatura del nostro scheletro. ​ In uno studio viene confermato che stimolando in vitro gli osteoblasti con irisina, dopo 5 minuti si attiva una chinasi, che si chiama “Erk”, la quale normalmente viene fosoforilata quando c'e un'attivazione recettoriale sulla cellula. Questo si traduce in un aumento della densità minerale ossea (BMD) e di conseguenza, una maggior resistenza alle fratture, fattore importante per i soggetti anziani di sesso femminile soprattutto. Nelle donne maggior ragione visto la maggior esposizione all'osteoporosi dopo la menopausa come effetto del calo degli estrogeni. Inoltre non bisogna dimenticarsi dell'effetto che ha l'irisina sulle cellule del muscolo scheletrico, nelle quali impedisce una riduzione del volume e il conseguente sviluppo di atrofia muscolare e sarcopenia. Avere un tessuto muscolare efficiente è fondamentale per il cross talk muscolo osso. Le stimolazioni meccaniche del muscolo sul tessuto osseo contribuiscono alla BMD, ciò è fondamentale e la mancanza di questa stimolazione si traduce in osteoporosi appunto (basta guardare gli effetti negativi sulla densità ossea degli astronauti dopo una missione in assenza di gravità) Irisina e diabete Il corpo umano è programmato per il movimento disponendo di oltre 750 muscoli. Come abbiamo visto durante la contrazione vengono rilasciate miochine con effetti benefici su diversi tessuti bersaglio. Come conseguenza le miochine possono influenzare positivamente il metabolismo del glucosio e dei lipidi. Infatti l'irisina indirettamente puo' migliorare la sensibilità insulinica delle cellule con un maggior controllo glicemico nel diabete mellito, soprattuto di tipo 2 causato spesso da stili di vita poco corretti. Irisina e cervello Numerose ricerche hanno evidenziato che l'irisina possa fungere da mediatore degli effetti positivi dello sport sul benessere cerebrale. Ricercatori hanno condotto dei test su dei topi da laboratorio. Nel primo esperimento hanno privato i roditori dell'irisina: negli animali si sono manifestati dei deficit cognitivi e di memoria simili a quelli dell'Alzheimer. Durante un secondo test, gli scienziati hanno scoperto che somministrando ai topi l'irisina è possibile guarirli dai deficit cognitivi. Un'altro studio della Duke University Medical Center sostiene che svolgere esercizio aerobico tre volte alla settimana per sei mesi, senza interruzioni, può migliorare le funzioni cognitive, ringiovanendo il cervello di circa nove anni. Il test è stato effettuato su 160 partecipanti con un'età media di 65 anni, tutti con deficit cognitivi. Tutto ciò è causato dall'irisina che induce a produrre una sostanza, la BDNF, che ha la funzione di far crescere le cellule cerebrali. Senza BDNF non avviene la crescita e il rinnovamento delle cellule cerebrali. L'irisina quindi agisce come una sorta di fertilizzante, maggiore sarà la quantità e più cellule cerebrali cresceranno, sostituendo quelle giunte alla fine del loro ciclo. Irisina come farmaco Abbiamo visto come siano molteplici i benefici dell'irisina. Infatti si sta verificando se la stessa irisina si possa usare come farmaco contro l'obesità e patologie correlate, fino ad arrivare alle cosiddette malattie neurovegetative, cioè quelle che attaccano il cervello, come il morbo di Alzheimer. Non bisogna fraintendere che, visto il legame tra irisina e smaltimento dei grassi, possa essere una scorciatoia per il dimagrimento, soprattutto per le persone pigre. L'irisina come farmaco può essere la soluzione per i disturbi metabolici, maggior ragione negli anziani che hanno più difficoltà motorie, e quindi di conseguenza, migliorare anche il loro quadro osseo nell'osteoporosi. Attualmente non è possibile reperire l'irisina, in quanto ancora farmaco sperimentale. L'unica certezza è che il nostro corpo è in grado di aumentare i livelli di irisina attraverso il movimento. Conclusioni L'irisina sembra quindi svolgere un ruolo promettente in molte patologie, dall'obesità, all'insulino resistenza, al diabete mellito, all'osteoporosi. In ogni caso la strada per avere a disposizione una compressa magica sembra essere ancora lunga. In ogni caso l'attività fisica resta sempre e comunque il miglior farmaco a nostra disposizione senza effetti collaterali, grazie al suo effetto sistemico se assunto in modo costante e in giuste dosi.


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